Orizzonte

Orizzonte

giovedì 12 marzo 2015

lunedì 9 marzo 2015









Domenica 5 Aprile e Lunedì 6 Aprile, vi aspettiamo nel nostro splendido giardino sul mare, per ricominciare insieme a voi l'avventura che ci vede protagonisti ormai da tempo. All'insegna delle tradizioni contadine e marinare, vi porteremo alla scoperta del benessere, dell'arte, della cultura e di tutto quanto ci sia di bello nel Cilento. Spettacoli di improvvisazione e lettura di racconti brevi e poesie a cura di Nigel Lembo, mostra inaugurale d'eccezione, convivialità e amicizia, saranno gli ingredienti per ricominciare insieme la nuova stagione alla Tana della Sirena.

venerdì 6 marzo 2015

Sogni fatti a mano, capitolo terzo-paragrafo primo

















Capitolo Terzo- Paragrafo 1°


Il cuoco Arabo ripara anche le mattonelle dismesse del pavimento. L'abbiamo fatto a notte fonda, quando il servizio in cucina era finito, usando una paletta per la griglia e la colla rimasta dai lavori d'un tempo. Lui viene dal Bangladesh, come Alam, il secondo cuoco e Ranjid, il factotum. Il pizzaiolo viene dallo Sri Lanka, assomiglia ad un personaggio di un film del quale adesso non ricordo il nome, è simpatico e veste come negli anni settanta.
Ormai sono al secondo mese di lavoro, nessuno pronuncia bene il mio nome, mi chiamano tutti “chef”, tranne il cameriere italiano che diverrà direttore. Aldo, il responsabile di sala è Tunisino, grande esperienza e savoir faire, Erick, l'altro direttore, è Libanese, come il proprietario, Charlie. Erick non è una bella persona, arrogante e spocchioso, crede di poter disporre della vita degli altri solo perché ha un grado gerarchico più alto, ma ha capito che con me non attacca. Un giorno l'ho visto maltrattare il lavapiatti, Dusche, un uomo di sessant'anni, un po' scroccone ma in gamba. Gli ho detto che non poteva trattare così una persona, mi ha guardato a lungo, poi è andato via, io e lui non ci siamo piaciuti da subito, certe cose le senti a pelle. I camerieri si alternano spesso qui, gli orari sono duri, non si stacca mai prima di mezzanotte passata, c'è sempre qualcuno che giunge tardi per una pizza o un piatto di pasta. La cucina chiude ipoteticamente alle undici di sera, ma Erick accetta sempre i clienti anche dopo, i soldi sono soldi. In cucina tutti fanno tutto, tutti lavano i piatti, tutti cucinano, tutti fanno le pizze, tutti lavano in terra, tutti fanno i dolci. Charlie è un uomo con un buon gusto per la cucina, ma non conosce quella Italiana, stupefacente per uno che ha aperto un ristorante di quest'ultima. Arriva spesso con grandi quantità di carne, la sua passione, ci dice come vuole mangiarla, puntualmente la cuciniamo in modo diverso e lui è felice lo stesso, a lui basta dare ordini e mangiare, mangiare e dare ordini. Ho conosciuto molti padroni così, forse i padroni devono esserlo, per essere padroni. Un tempo facevo il manovale, al mio paese, in un parco sul mare. Il datore di lavoro credeva anche di essere un padrone, ma era solo il custode al quale era stata affidata la parte riguardante la manutenzione del villaggio. Al mattino presto, ci lasciava le chiavi e diceva sarebbe andato a portare i figli a scuola e che sarebbe tornato subito dopo. Non lo vedevamo fino alle cinque di pomeriggio, ogni tanto veniva qualcuno che voleva fittare una villetta o un appartamento, quindi mi toccava fare anche l'agente immobiliare. Un giorno abbiamo dato fuoco ad un ammasso di sterpaglie secche, per far pulizia nella discesa per il mare, il tutto è degenerato, eravamo solo ragazzi, non avevamo calcolato il vento e si bruciarono due balconi di una veranda. Non sapevamo se fuggire via o restare a contemplare il tutto con sgomento. Alla fine rimediammo in due giorni, sostituendo i balconi con altri nuovi, dicendo che quelli vecchi ormai erano andati. In quel periodo lavoravo con due cari amici, Patrick e Andrea, che venivano da lontano, dai monti ma da due paesi diversi. Nella pausa pranzo, mangiavamo a casa mia, poco distante dal villaggio. Si parlava di tante cose, si beveva tanto vino, forse troppo, tante risate e poi la voglia di lavorare che il pomeriggio volava via. Uno di quei giorni, ricordo che dovevamo trattare un pavimento appena messo, in fondo una cosa relativamente facile. Il mio amico Patrick, dopo aver gettato troppo prodotto liquido, si era messo a dormire in terra, credo quasi in coma etilico, mentre io e Andrea cercavamo di asciugare il tutto con quello che avevamo a portata di mano, accappatoi, tovaglie, abiti, tutte cose appartenenti ai proprietari della casa. Questi ultimi sarebbero arrivati nel tardo pomeriggio, il panico incalzava. Trovarono Patrick che dormiva nel vialetto, nonostante lo avessimo nascosto bene dietro un grande vaso in terracotta. Non si accorsero di nulla, il giorno dopo portammo ciò che avevamo sporcato in lavanderia, tutto andò al suo posto. Certo non come quella volta, in cui Andrea aveva confuso quale parete buttar giù di un altro appartamento. Ricordo i colpi forti con la mazza di ferro, la faccia stupita del proprietario quando arrivò e vide il danno. Ci fu un lungo minuto di silenzio, come quelli di raccoglimento che si tengono allo stadio quando c'è da ricordare un lutto. Il venti di Maggio festeggiammo il mio compleanno, tutti e tre, in un agriturismo sulle colline, lo ricordo con dolcezza e malinconia, dopo quella volta Patrick non l'ho più rivisto, mentre Andrea si rendeva sfuggente, credo avesse problemi in famiglia. L'ultimo ricordo che ho di lui è quando andò a chiedere lo stipendio al custode, e lui trattenne i soldi delle colazioni al bar, che all'inizio diceva di offrirci. I padroni, o quelli che si credono tali, forse sono tutti un po' così, non credo sia cattiveria, ma ci si cala nel ruolo, inevitabilmente.
I giorni di lavoro qui, alla “Perla”, passano veloci, faccio cinquanta ore a settimana, è faticoso ma sono diventati tutti un po' una famiglia, in cucina. Ho persino imparato un po' di Arabo, non potrebbe essere altrimenti, visto mi parlano nella loro lingua e molto poco in Francese. A loro piace quando canto nel turno di servizio, anche se dall'interfono al piano di sopra mi fanno capire che devo star zitto. Si divertono quando parlo in Italiano, soprattutto Ranjid, cordiale e sorridente quasi sempre. Lui di ore ne fa settanta alla settimana, all'inizio credevo vivesse lì, pensavo dormisse in qualche deposito, dato lo trovavo sul posto a qualsiasi ora arrivassi. Il cuoco Arabo è molto bravo, un po' presuntuoso ma lavora davvero bene, è generoso con gli altri, aiuta sempre tutti. Molti di loro si sono stupiti più volte vedendomi lavorare, una volta Alam mi ha chiesto se fossi davvero Italiano, visti i precedenti cuochi passati da quelle parti, che non davano mai una mano agli altri.
Mi dispiace un po', andar via. Ormai mi trovo bene, ma non posso più tollerare mi paghino così poco, per quello che faccio, né l'ambiente che mi disturba per quel senso di schiavitù, per non parlare del fatto che con la mia compagna praticamente ci diamo la buonanotte ed il buongiorno, a parte quando passo nel primo pomeriggio a prendere un caffè dove lavora.
Mi pesa, vivere qui così, speravo la cucina a domicilio andasse meglio, in fondo all'inizio è stato bello, così come per i corsi di cucina. Ma non sono cose sulle quali puoi del tutto basare la tua autonomia, in una città come Parigi. C'è stato un periodo in cui lo facevo in Italia, a Roma e prima ancora dalle mie parti, nel Cilento. Con mia madre cucinavamo in una villa, per stranieri occasionali che fittavano a settimane. Era bello, guadagnavamo bene e c'era un bello scambio. Mia madre è sempre stata una grande cuoca, da piccolo la guardavo per ore mentre preparava il pranzo o la cena. Mi stupiva la sua grande volontà anche a tarda notte, nel curare dettagli per un pranzo importante dell'indomani. In fondo, mi stupisce ancora oggi, questa sua incrollabile determinazione, e nel cuore mi pento ogni giorno di tutte le volte in cui sono stato ingiusto con lei, ho preso sempre sottogamba i suoi sogni, senza ascoltare mai abbastanza. Non ho mai pensato che forse, alla fine, lei potesse avere tutti quei sogni come li avevo io. Che stupido sono stato. L'età non conta, i sogni sono sempre là, sempre in cantiere o nel famoso cassetto, ed io non ho saputo per molto tempo vedere i suoi. Lei mi ha trasmesso, come mio padre, la passione della poesia e della scrittura. Di entrambi ho ritrovato interi quaderni di raccolte, di poesie e pensieri, che mi davano una tale gioia nel rileggerli. Pensavo, che non ero tanto lontano da come loro mi volevano, da come avrebbero voluto un figlio, in fondo ero come loro. Nella vecchia casa di mio nonno, all'ultimo piano, abbiamo vissuto qualche anno prima che costruissero casa nuova. Da quel terrazzino in mattoni rossi e pietre e conchiglie appoggiate sui davanzali, scrutavo il mare, leggendo libri di poesie, compresi i loro, ma non lo dicevo, mi sembrava di aver violato un segreto che gli appartenesse. Solo in seguito, quando ho creduto di scrivere bene, ho dedicato loro delle mie poesie, chissà se adesso se lo ricordano ancora. Mia madre di sicuro, non perché abbia una memoria migliore, ma perché rispetto a lui fa meno fatica ad esprimere quel che sente. Mio padre ha faticato anche solo a dirmi di volermi bene, nella vita, anche se me lo ha dimostrato nei modi più disparati. L'orgoglio è sempre stato il suo male peggiore, come lo è stato e a volte ancora lo è per me. Non ho memoria del suo ultimo abbraccio, dopo l'età dell'infanzia, non ho memoria di una sua carezza, anche se so che avrebbe voluto, ma la sua non è mai stata una vita facile e non lo condanno per questo, ci ha dato sempre tutto quello che poteva come uomo e come padre. Mia madre lo stesso, ma lei sapeva dire e fare cose che contemplano l'essere vulnerabili agli occhi degli altri, una dote che le ho sempre invidiato. A loro penso spesso, mi mancano e so di mancargli, mi mancano le loro espressioni del viso e i loro modi di dire certe cose quotidiane, anche se mi fanno incazzare regolarmente le stesse.
Credo di non aver mai del tutto, mai veramente detto loro quanto li apprezzi e li stimi, quanto di bene ho sempre colmo il cuore, in ogni momento, credo meriterebbero un viaggio nel mio animo senza barriere, una spiegazione di tutte quelle brutte forme che ho vestito nella vita. Magari un giorno, magari non lontano, gli preparo una bella colazione e nel nostro giardino dove fuggivo dalla scimmia giocattolo quando ero bambino, magari gli racconto davvero la mia vita, senza freni, senza muri, senza recitare.

Magari, riesco anche a chiedergli scusa e a dirgli grazie, per tutto quello che sono stato e per quello che sono adesso. Quello, sarà un bel giorno, per abbracciarsi o farsi una carezza, anche se non posso tornare alto la metà di quel che sono.

martedì 3 marzo 2015

Pablo Neruda

L'immenso Pablo Neruda, che con la sua poesia mi ha regalato l'istinto migliore per scrivere.
Questa è una poesia che sveglia ogni atomo del cuore.

lunedì 2 marzo 2015

L'attimo















L'attimo in cui, tutto sembra essere giusto,
tutto sembra coincidere,
l'istante in cui apri e chiudi gli occhi
ed il fiore sboccia,
in cui pensi che è tutto vero,
l'attimo in cui apri e chiudi le mani
e non resta solo il vento.

venerdì 27 febbraio 2015

Licosa










Per mano andavamo, per sentieri che nascevano
piano, e la costa si dipanava sotto le parole,
da lontano si udiva il solito
cadere di silenzio della pineta,
e sapevamo ch'era vicina la Primavera.
Licosa all'alba ci accarezzava il cuore,
al tramonto ce lo schiudeva come
un fiore.
Qui nacque la mia poesia,
qui nacque il mio amore
per l'amore.

giovedì 26 febbraio 2015

Soggiorno alla Tana

Possibilità di pacchetti per una settimana di soggiorno organizzato, con tre visite in siti d'interesse artistico-archeologico-culturale, due escursioni marittime e in montagna, sei cene presso la nostra struttura e sei pernottamenti presso altra struttura. Per tutte le informazioni, ecco i contatti:

tanadellasirena@gmail.com
lembo.nigel@libero.it



Questo è un luogo magico, dove il tempo si ferma
per dare spazio all'anima senza fretta,
dove il ciclo delle stagioni si sdraia nel vento
e nel sole, dove le parole sono musica
e il gusto sorprende.
Questa è una scelta di vivere il Cilento come
non lo avete mai visto e assaporato.

mercoledì 25 febbraio 2015

Voglia di ieri

Sai, avrei voglia di quelle cose così,
di colori belli senza troppa luce buona,
di voci erranti sul balcone di casa per il pranzo
in arrivo, di gente vestita senza un regolare
schema di moda.
Sai, di quei giorni che non ti chiedi che ore sono
ma lo sai, di quelle promesse
che possono aspettare, avrei voglia
di ieri, di quanta spuma di speranza
si acconcava tra le mie mani.
Sai, di quelle cose meravigliose che sai già
accadranno, come il passaggio delle comete
o l'inizio delle vacanze,
ecco di cose così avrei voglia,
senza fiato e per un tempo intero.

lunedì 23 febbraio 2015

Loro lo sapevano

Loro lo sapevano,
la pioggia li aveva avvisati,
il vento asciugati,
le lucciole di Giugno riscaldati
in un sonno profondo.
Loro si amavano oltre
ogni concetto dello spazio e del tempo,
si davano ogni attimo l'un l'altro,
vestivano di spighe e prati
autunnali,
ricucivano i desideri a memoria.

domenica 22 febbraio 2015

Mani del Sud

Questo progetto, vuole dare voce alle realtà di una terra splendida e difficile, il Cilento.
Grazie a piccole ma preziose donazioni, possiamo rendere immortale la poesia di questo territorio del Sud Italia.https://www.produzionidalbasso.com/project/mani-del-sud/

giovedì 19 febbraio 2015

Nuove forme alle cose

Da bambino avevo l'abitudine di passare ore in spiaggia, raccogliendo ogni cosa mi sembrava interessante, mi sentivo un cercatore di tesori, un avventuriero che fa scorta di ogni cosa ai suoi occhi bella e preziosa.
Giunto nel mio nascondiglio, mi piaceva mettere insieme, costruire, assemblare le cose trovate. Perché, in fondo, ho sempre creduto che gli oggetti abbiano sempre una seconda o terza vita, credo che la gente si disfaccia troppo in fretta delle cose usate, solo perché passate di moda o consunte. La vita negli oggetti, ha una magia, basta dargli un altro aspetto, oppure una funzione diversa. Questa abitudine, l'ho conservata anche adesso che ho trentasei anni, mi piace dare nuova forma e vita alle cose trovate, raccolte qua e là. Basta guardarle bene, esse ti dicono sempre quel che vogliono divenire, con la nostra fantasia ed amore per l'immaginario, la forza più grande che un essere umano possa avere.

mercoledì 18 febbraio 2015

Prende forma il progetto

Ieri le prove sono andate molto bene, l'amico Christophe suona bene, ha grande orecchio ma conosce la musica. Smetterò di scrivere nuove ballate, bisogna concentrarsi su quelle già provate, sono buone e tocca sistemare gli ultimi dettagli. Ho un entusiasmo nuovo, ogni volta che torno da casa sua, grande condivisione, anche se lui è un musicista di genere diverso da ciò che io di base scrivo, ma questo è il bello del mettere insieme cose differenti tra loro. Spesso accade che elementi non simili, diano vita a creazioni fantastiche. Sono stupito soprattutto dalla nuova canzone di ieri, è venuta fuori con una semplicità disarmante, una ballata romantica con tratti blues, me ne sono innamorato subito, più di quando l'ho scritta. Il progetto prende forma e si modella, qui a Parigi, come prenderà vita alla Tana della Sirena, tra qualche tempo.

martedì 17 febbraio 2015

Il tempo migliore

Proprio come quando ci si chiede quale sia l'età migliore per fare un tatuaggio, un piercing, la prima sbornia, la prima volta, il primo tutto. Così mi sono chiesto quale fosse l'età migliore per scrivere, ed avevo dieci anni, cosa vuoi che ne sappia un bambino di scrivere poesie a dieci anni, potreste pensare. Infatti ho cominciato e basta, questo è il bello del tempo migliore, non ci si chiede proprio nulla, si vola e basta, su rettilinei di praterie confinanti i sogni più belli. Quando devi andare, devi andare, quando è il momento nessuno te lo dice, nessuno ti manda una notifica del tipo " È giunta l'ora, messere, cominciate a vivere". No, si comincia quando si comincia, così è il tempo migliore. Niente preamboli, niente ripensamenti, niente paranoie. Ed è il periodo più bello, anche a tratti, che un essere umano possa attraversare nella vita.

lunedì 16 febbraio 2015

Io e Fioravante

Noi resteremo così.
Saremo per sempre quest'ombra
che lascia il porto
per la pesca,
che dall'orizzonte
torna al porto.
Avremo per sempre
l'aspetto che hanno quelli
che mangiano sale
all'alba,
che mietono vino in quantità.
Noi saremo per sempre,
la scia dei remi
che fendono ancora una volta
il mare.

domenica 15 febbraio 2015

Un'altra raccolta, breve, di poesie che narrano
le incoerenze della vita,
che incontrano e si lasciano alle spalle
momenti di semplice felicità e di
immancabile tristezza.
Un insieme di piccole storie vere,
che tracciano il percorso delle realtà
miscelata a sogni e speranze di una vita
come tante.















http://www.amazon.it/Voci-strabiche-fuoricampo-Poesie-Nigel-ebook/dp/B00SVG26UW/ref=sr_1_1?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1424018585&sr=1-1&keywords=voci+strabiche+fuoricampo

sabato 14 febbraio 2015

Il passato

 Il passato è un aquilone,
 in mano a un novantenne.
Sabbia liscia che fugge
via,
anima di scatola schiusa
dopo il Natale.
Prendere fiato appena,
poi ancora un tuffo dallo
scoglio più alto.










Foto di Salvatore Lembo

venerdì 13 febbraio 2015

Sogni fatti a mano

Sulla mia pagina Facebook , potete leggere ogni settimana qualche paragrafo del mio libro che scrivo in divenire, un modo per farmi conoscere e per far capire a tutti, che i prodotti letterari, non sono solo prodotti, ma soprattutto creazioni da condividere...
Vi auguro una buona lettura, spero entri nei vostri cuori e nelle vostre giornate.

















https://www.facebook.com/NigelLemboscrittore?ref=bookmarks


La cucina, il sesso, la passione, l'amore, il sapore selvatico e dolce di un gusto ad occhi chiusi, mentre una voce narra le sensazioni.
Questa è una raccolta di poesie, disponibile in formato e-book, dove potete vestire allo stesso tempo, i panni dei cuochi e degli amanti.


http://www.amazon.it/Mare-Acerbo-Poesie-aromatiche-erotiche-ebook/dp/B00IEKU7YC/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1423826306&sr=8-1&keywords=mare+acerbo

giovedì 12 febbraio 2015

Artisti di strada



















Mi capita spesso, adesso che la mia vita a Parigi si protrae ormai da due anni, di vedere, di fermarmi ad ammirare questa gente. Praticamente un popolo a parte. E non importa quale connotazione religiosa, culurale, nazionale, politica, essi abbiano. Appartengono tutti ad una stessa grande famiglia. Mi piace, ogni tanto, pensarli in una riunione mondiale degli artisti di strada, tenuta magari in una sconfinata prateria, liberi e spensierati, con tanta roba da bere e da mangiare, senza, per un giorno, la sciagurata preoccupazione di come tirare avanti un'altra notte. Li invidio, a volte, essi non sanno vivere in modo convenzionale, non possono in alcun modo essere inquadrati in nessuna circoscrizione, e rido tanto quando qualcuno pensa di poterli scoraggiare o sterminare o ancora peggio farli tacere, con metodi che appartengono alla sfera della disumanità.
È vero, non hanno forse una vita felice, ed insozzano le strade, fanno baccano, molestano i passanti per qualche soldo, sì è vero, sono scomodi come coinquilini, alcuni sono barboni, alcuni artisti in rovina, altri ancora non hanno alcuna voglia di lavorare, se non con la loro arte, come il dono più bello del mondo. Mi incanto, ogni volta, a capire come ci sia quasi sempre il sorriso che accompagni le loro esibizioni, ogni volta mi perdo nelle melodie che sia nel metrò o sulla sponda della Senna, o in qualche vicolo dimenticato dagli uomini. Vicino casa mia, in rue Mouffetard, ce ne sono alcuni storici, che allesticono la domenica mattina uno spettacolo degno di nota, canti e balli, fisarmonica e abiti d'epoca, un vero sogno ad occhi aperti. Altri, vivono come barboni, ormai famosi clochards di questa zona. Uno di questi è un bell'uomo con la chitarra, con dubbio talento ma tanta passione e volontà. All'inizio, mi chiedeva sempre una sigaretta, tutte le volte che mi vedeva passare. Adesso, quasi lo cerco quando vagabondo nelle stradine, gli porgo il pacchetto e gli auguro una buona giornata.

12 Febbraio 2015, sfogo di un improbabile compositore di canzoni...

Da quale parte venga questa mia insana voglia di comporre testi che poi vorrei tutti ascoltassero, beh, davvero non lo so.
Bisogna scrivere, comunicare, tutti! Tutti dovrebbero scrivere, almeno una volta nella vita, una canzone.
Almeno fatelo, se non per voi stessi, per chi vive tutta la vita con voi. Comunicate!
Forse mi sentirei meno solo, forse è solo per il mio malsano modo di vedere il mondo, dove tutti devono dire qualcosa, star zitti non appartiene alla mia natura, solo quando sono al tramonto straziante davanti al mio mare.

Che destino atroce, il mio. Vago gettando resti di parole, che saranno poi mulinellate nel vento, sì, ho detto mulinellate, potete appellarvi all'Accademia della Crusca, se volete, ma continuerò a dire mulinellate. Quando il vento fa girare foglie e cartacce, avete presente? Beh, quello. Mulinellare, non vedo altro modo di definirlo.


Non so suonare strumenti, solo la mia voce scende nella notte, senza motivo, forse nemmeno una ragione pur cercandola per giorni la trovereste, perché in fondo, non lo hanno neanche le cose essenziali un motivo, figurarsi le mie canzoni, le mie poesie folli senza spesso una destinazione.
Spettacoli? No, per quelli ci vogliono le icone vuote che menestrellano ed incantano le masse, i moderni invasati della post-creazione musicale, sì perché da troppi anni di musica non se ne fa più.
Credete davvero sia musica quella moderna? No, niente spettacoli per me, eppure qualche pagliacciata la metto in scena di tanto in tanto, e me ne frego se non piace se la gente va via dopo poco o poco dopo. La porta è quella, tanto a chi vuoi che importi se la mia voce tace e luce non ce ne sarà, domani sera, sul bicchiere mezzo vuoto, sui fogli accartocciati del poeta, sulle sedie orfane, forse mai riconosciute dai loro padri spettatori.
Mulinellano, nella mia anima, mille canzoni e parole.

mercoledì 11 febbraio 2015

Progetti in corsa


Qui, di seguito, vorrei descrivere tutti i miei progetti, da quando nascono a quando ognuno di essi avrà trovato ragione di esistere o non sarà stato destino dovesse restare in utero.


Mani del Sud


















Questo progetto è dedicato alla pubblicazione di una raccolta di poesie, che parlano di un territorio difficile del Sud Italia, il Cilento. Non è un semplice libro, esso racconta ogni passo della vita semplice in questi luoghi magici ma falcidiati dall'abusivismo edilizio e dalla mancanza di  uno sviluppo di qualità. In questo libro vengono narrate le emozioni, le paure, gli amori, i mestieri, le tradizioni e tutto quello che ci sarebbe da scoprire in questa meravigliosa terra. Il secondo obbiettivo è semplicemente non far morire la poesia, che in Italia sta scemando lentamente dal nostro quotidiano. Per la pubblicazione, come spesso accade le spese sono a carico dell'autore, quindi chiedo un piccolo ma prezioso contributo per questa bella, a mio parere, causa. Da tre anni gestisco un'associazione culturale, la Tana della Sirena, nel medesimo territorio, dove promuovo ogni forma di arte e tradizione Cilentana e del mondo, creo scambi culturali volti alla crescita di questo territorio. Sarete tutti invitati, in caso di raggiungimento dell'obbiettivo, ad essere miei ospiti alla presentazione del libro. Ci sarà un grande banchetto completamente a spese dell'associazione, per ringraziare tutti del contributo offerto.
https://www.produzionidalbasso.com/project/mani-del-sud/

Cercasi musicante

Cercasi musicante, bravo e senza timore, di improvvisare e creare, cercasi musicante tipo Sancho Panza, che sappia fare a botte e dare ragione a me, un semplice Don Chisciotte, perché so dar di matto e costruirmi mostri, da abbattere prontamente per farne altri ancora, cercasi musicante che sappia bere bene e tanto, per dare gioia al testo che in tavola presento, cercasi musicante senza troppa ambizione, perché questo successo resti solo un altro sogno perso.


La Tana della Sirena















L'associazione culturale che gestisco da tre anni, luogo di scambio internazionale di artisti e gente che ama stare insieme in modo conviviale, rifugio dell'arte e della poesia, delle parole sottovoce, del buon vino a tarda sera, del piacere gastronomico, della valorizzazione delle tradizioni. Qui nasce ogni forma possibile di creatività, senza indugio, senza preconcetti, solo con la voglia di condividerla con altri. In questo luogo si realizzano eventi di vario genere, dalle esposizioni artistiche di pittura, scultura, artigianato, fotografia, passando per vari laboratori, quali riciclo creativo, valorizzazione delle tradizioni, degli stili di vita marinari e contadini, finendo con esibizioni d'improvvisazione teatrale, musica live, reading di poesia e tante altre iniziative legate all'arte e alla cultura. Inoltre, si possono gustare numerosi piatti tipici del Cilento, ricette antiche e ricette da noi create, in un'atmosfera unica e conviviale. Quindi, non esitate, visitate il sito e la pagina Facebook.

https://www.facebook.com/tanadellasirena

http://lembonigel.wix.com/tanadellasirena

Luoghi eterni





Da quel porto, poteva vedere il confine tra realtà e sogno,
nulla poteva stupirlo di più,
del guardare ogni giorno della sua vita lo stesso
spettacolo e accorgersi di meravigliarsi
ogni volta,
ogni sguardo,
ogni istante.

Scrivo

Scrivo, perché non posso farne a meno,
perché ogni giorno che non scrivo
il mio stomaco contorce il vuoto intorno,
perché devo, perché posso dare voce
a quello che ognuno potrebbe ascoltare,
anche se nessuno lo ascolterà,
lo leggerà.
Scrivo senza freni, non essendo macchina nè
schiavo, avendo la forza della mia libertà,
la leggerezza di un volo di lucciole
in una notte di Giugno.