Bisogna scrivere, comunicare, tutti! Tutti dovrebbero scrivere, almeno una volta nella vita, una canzone.
Almeno fatelo, se non per voi stessi, per chi vive tutta la vita con voi. Comunicate!
Forse mi sentirei meno solo, forse è solo per il mio malsano modo di vedere il mondo, dove tutti devono dire qualcosa, star zitti non appartiene alla mia natura, solo quando sono al tramonto straziante davanti al mio mare.
Che destino atroce, il mio. Vago gettando resti di parole, che saranno poi mulinellate nel vento, sì, ho detto mulinellate, potete appellarvi all'Accademia della Crusca, se volete, ma continuerò a dire mulinellate. Quando il vento fa girare foglie e cartacce, avete presente? Beh, quello. Mulinellare, non vedo altro modo di definirlo.
Non so suonare strumenti, solo la mia voce scende nella notte, senza motivo, forse nemmeno una ragione pur cercandola per giorni la trovereste, perché in fondo, non lo hanno neanche le cose essenziali un motivo, figurarsi le mie canzoni, le mie poesie folli senza spesso una destinazione.
Spettacoli? No, per quelli ci vogliono le icone vuote che menestrellano ed incantano le masse, i moderni invasati della post-creazione musicale, sì perché da troppi anni di musica non se ne fa più.
Credete davvero sia musica quella moderna? No, niente spettacoli per me, eppure qualche pagliacciata la metto in scena di tanto in tanto, e me ne frego se non piace se la gente va via dopo poco o poco dopo. La porta è quella, tanto a chi vuoi che importi se la mia voce tace e luce non ce ne sarà, domani sera, sul bicchiere mezzo vuoto, sui fogli accartocciati del poeta, sulle sedie orfane, forse mai riconosciute dai loro padri spettatori.
Mulinellano, nella mia anima, mille canzoni e parole.
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